Gamebot Piu’ Umani degli Umani: E’ Successo All’Unreal Tournament

Di Alan Touring e del suo celebre Test avevamo già parlato per celebrare i cento anni dalla sua nascita (e per denunciare l’odioso trattamento omofobico di cui si è reso responsabile lo stato inglese). Oggi torniamo sull’argomento per una notizia che è passata in sordina nella stampa generalista, ma potrebbe trattarsi di un evento che segna la nascita di una nuova epoca (informaticamente parlando).

Alcuni scienziati dell’università del Texas, coordinati dal professor Risto Miikkulainen, sembrano infatti essere arrivati molto vicini a realizzare il sogno di Alan Turing. Allo stesso strabiliante risultato è giunto anche il programmatore rumeno Mihai Polceanu.

I due programmi realizzati dagli scienziati sono stati in grado di ingannare i partecipanti al torneo  di “Unreal Tournament 2004″; il loro software infatti sono stati giudicati umani dal 52% dei giocatori. Un risultato davvero strabiliante, visto che gli umani “veri” che partecipavano al torneo non sono andati oltre il 40%. In pratica i due gamebot si sono rivelati più umani dei partecipanti in carne ed ossa. O per lo meno questa è stata la percezione avuta dagli altri partecipanti del torneo.

Certo stiamo parlando di videogiochi, ma chi ha un po’ di esperienza nel campo, sa quanto sia più difficile incontrare un avversario umano, rispetto a un software di IA, specie in giochi di questo tipo.

È importante notare come il risultato ottenuto non sia dovuta alla straordinaria supremazia nelle capacità di calcolo di un cervello elettronico rispetto a quello umano (un po’ come avviene nel gioco degli scacchi ad esempio). I due bot in questione, sono riusciti a ingannare gli umani in un campo in cui la, strategia, la pianificazione e l’intuizione sono le componenti fondamentali (oltre ai riflessi fulminei ovviamente). In un certo senso hanno battuto gli esseri umani sul campo a loro più congeniale.

Il prof. Miikulainen ha preso la vittoria come un’occasione per dire che questo tipo di intelligenza artificiale, e coloro che lavorano così duramente per svilupparlo, dovrebbero essere messi alla prova  in applicazioni in cui possono avere effetti più profondi.

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