EMC Privacy Index: Come Si Comportano Gli Utenti Sul Web?

In un mondo che, sempre di più, è connesso ed in cui quotidianamente scambiamo informazioni in tutto il mondo, la privacy è diventata un tema importante ed EMC ha svolto uno studio mondiale, denominato Privacy Index, con l’obiettivo di comprendere gli atteggiamenti e le abitudini degli utenti di 15 paesi. Il web è pieno di insidie e, molto spesso, la nostra privacy viene violata in modo fin troppo semplice, tramite attacchi mirati, tuttavia è anche compito dell’utente verificare dove finiscano i dati e come verranno utilizzati. Andiamo a vedere in dettaglio.

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La Privacy E’ Sempre Più A Rischio

Negli ultimi anni si è assistito all’esplosione di centinaia di servizi online. L’arrivo del cloud, inoltre, ha portato a pensare un nuovo modo di pensare in termini di privacy. Sta sempre di più diventando importante, infatti, il luogo in cui i nostri dati risiedono, dal momento che esistono diverse tipologie di legislature in materia di gestione dei dati. Servizi come Dropbox e Google Drive sono principalmente basati negli Stati Uniti e non è chiaro dove, precisamente, siano i nostri dati e quali siano le policy in termini di privacy. E’ importante, quindi, che gli utenti comprendano come aumentare il proprio livello privacy e quali siano le azioni da dover attuare.

EMC, in questo ambito, ha realizzato uno studio denominato Privacy Index. La particolarità di quest’ultimo è quella di aver coinvolto 15 Paesi, per analizzare l’atteggiamento degli utenti nei confronti della privacy su Internet. Dopo aver raccolto gli atteggiamenti in rete di oltre 15 mila consumatori, si è giunti alla conclusione che il 91% apprezza i vantaggi della tecnologia, tra cui un accesso più veloce alle informazioni e alla conoscenza, tuttavia solo il 27% è disposto a sacrificare la propria privacy in rete. Le prospettive nei confronti del futuro, riguardano il fatto che l’81% del campione ritenga che si verificherà una diminuzione del livello di privacy online, nei prossimi cinque anni, e già oggi la sensazione di minore privacy è sensibile rispetto ad un anno fa.

“Siamo parte di un universo digitale che – come già confermato da un nostro recente studio in collaborazione con IDC – moltiplica le sue dimensioni ogni biennio, con una crescita che sarà pari a dieci volte tra il 2013 e il 2020, passando dai 4.4 trilioni di gigabyte ai 44 trilioni di gigabyte.” Marco Fanizzi, CEO di EMC Italia

Per quanto riguarda l’Italia, è emerso che solamente il 29% del campione intervistato è disposto a sacrificare il proprio livello di privacy, con l’obiettivo di usufruire dei vantaggi della rete e di tutte le tecnologie. Seppur questo risultato sia in media a livello globale, è preoccupante che solamente il 41% degli utenti cambi regolarmente la propria password e 1 utente su 3 non possiede nessuna password su telefoni o tablet o non regola le impostazioni legate alle privacy sui social network. Gli italiani, inoltre, navigano regolarmente sui social media e acquistano prodotti in rete. Tutti questi dati permettono di comprendere che, seppur vi sia attenzione per la privacy dei propri dati, non vengono attuate tutte le azioni necessarie durante la navigazione quotidiana.

*”Il Privacy Index può offrire un ampio ventaglio di spunti di riflessione sull’impatto costante che l’innovazione esercita nella vita quotidiana, ma soprattutto evidenzia che non c’è limite alle potenzialità della tecnologia, se tutti i player coinvolti lavorano per incrementare la fiducia degli utenti verso il contesto digitale”.* Marco Fanizzi, CEO di EMC Italia

Lo studio svolto da EMC, quindi, può essere considerato estremamente importante, soprattutto alla luce di un futuro sempre più incerto in cui la privacy di ognuno di noi sembra essere a rischio. Prendendo le giuste precauzioni, tuttavia è possibile aumentare il proprio livello di sicurezza e privacy, ogni volta che navighiamo su internet. Cosa ne pensate?

infografica generale Privacy Index Italia

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