Cervello Umano vs Intelligenza Artificiale. Chi vincerà ?

Il 26 Marzo si chiudono le iscrizioni per la ventunesima edizione del premio Loebner, una spettacolare competizione che vede scendere in campo i migliori software di intelligenza artificiale al mondo, con lo scopo dichiarato di trovare una macchina in grado di pensare come un essere umano. Il premio in palio per chi riuscisse nell’impresa corrisponde a 100 mila dollari oltre a una medaglia d’oro commemorativa.

La questione di una macchina pensante ha impegnato, fin dalla nascita dei primi calcolatori, le menti di alcuni tra i più grandi scienziati e filosofi contemporanei. Fu tuttavia il grande matematico britannico Alan Turing ad abbandonare il piano puramente astratto e a ideare un test che fosse in grado di rivelare se una macchina sia in grado di pensare.

Nella formulazione adottata durante il premio Loebner il test di Turing è cosi condotto: ogni giudice si trova di fronte una postazione con due terminali, uno dei quali collegato con un essere umano (che prende il nome di confederato) l’altro con un “chatbot”:  un software di intelligenza artificiale che simula la conversazione umana (in modo molto accurato, con tanto di errori di ortografia!).
La competizione è divisa in round. Per ogni round i giudici hanno a disposizione una sessione di chat di cinque minuti (più dieci minuti di riflessione finale) per individuare quale sia il terminale del confederato e quale quello della macchina pensante.
Per superare il test un software deve ingannare almeno il 30 per cento dei giudici.

Cervello Umano vs Intelligenza Artificiale. Chi vincerà ?

Fino ad oggi nessun programma è riuscito nell’impresa (contrariamente alle previsioni di Turing secondo le quali già nel 2000 avrebbero dovuto esserci macchine in grado di superare il test).
La competizione non è, comunque, avara di spunti di riflessione interessanti. Nell’edizione del 1991 partecipava come confederata Cynthia Clay, una delle maggiori esperte di Shakespeare a livello mondiale. Tre giudici scambiarono Cynthia per un software con la motivazione “nessun umano sa cosi tanto sulle opere di Shakespeare”. Nell’edizione del 2008 Il programma che ottenne il punteggio più alto non si aggiudicò il premio per un solo giudice. Stesso risultato per il vincitore dell’edizione del 2010. Seppur con un decennio di ritardo rispetto alle previsioni di Turing, potremmo essere vicini a un traguardo storico per l’intelligenza artificiale.

Negli anni il premio Loebner ha suscitato reazioni molto diverse. Alcuni esperti si interrogano sulla validità scientifica dell’evento, il premio Pulitzer Douglas Hofstadter, arriva a sostenere che: “Sembra che ogni passo avanti, invece di produrre qualcosa che tutti concordano nel definire intelligenza, semplicemente riveli ciò che l’intelligenza non è”. La schiera dei sostenitori è altrettanto numerosa, è facile trovare sedicenti guru della tecnologia che già prevedono un futuro pieno di Macchine Umanoidi alla blade runner o peggio alla terminator.

La strada sicuramente è ancora lunga, ma i progressi sono innegabili, basti pensare alla recente partecipazione del computer della IBM Watson al quiz televisivo Jeopardy. Watson senza alcun aiuto ha letteralmente sbaragliato i più titolati campioni umani, riconoscendo autonomamente la domanda posta dal presentatore e formulando una risposta (nella maggior parte dei casi) corretta.

Un altro esempio alla portata di tutti è l’Assistente Virtuale sul sito dell’Ikea, sebbene lontana dalla meraviglie tecnologiche nel campo, è semplice, efficace e svolge il suo compito con sufficiente precisione. Certo per un robot in carne e transistor dovremo ancora attendere qualche anno, ma arrivati a questo punto sognare è lecito.

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