Apple Corre Troppo, Anche Per Gli Standard

In questi giorni è andato in scena sul web un botta e risposta davvero molto interessante tra Daniel Glazman, esponente di rilievo del W3C CSS Working Group, e John Gruber, famoso blogger americano da sempre vicino ad Apple. L’argomento in questione sono gli iBooks 2, annunciati solo qualche giorno fa da Apple all’evento tenutosi a New York, e le politiche aziendali del colosso di Cupertino per la scelta dei formati adottati.

Tutto è cominciato con l’articolo pubblicato da Glazman, un post molto tecnico in cui analizza il formato utilizzato per la pubblicazione degli iBooks 2 con iBooks Author. Il programmatore francese fa notare come i gli standard utilizzati da Apple, a prima vista del tutto simili a quelli ufficiali dell’EPUB3, siano in realtà completamente incompatibili con le direttive ufficiali della W3C. Questo secondo Glazman è un grosso errore.

Apple infatti avrebbe potuto benissimo implementare gli standard che dal 2010 si stavano formando e non portare avanti una propria ricerca “parallela” che portasse ad avere un prodotto del tutto proprietario e quindi non sfruttabile, sia per quanto riguarda la creazione, sia per l’utilizzazione dell’utente finale, da altre piattaforme o dispositivi.

“Apple sta ripercorrendo gli stessi errori commessi da Microsoft negli anni ’90”, è questa l’accusa mossa alla casa californiana, la creazione di un sistema del tutto incompatibile con i programmi e i formati ad oggi utilizzati dai principali editori, potrebbe portare Apple a non riuscire a sfondare nel mondo dei libri digitali in quanto le case editoriali potrebbero non essere disposte a dover rifare tutto il lavoro di creazione di un libro digitale per una singola piattaforma.

La Risposta di Gruber: Apple è Troppo Innovatrice per Aspettare gli Standard

Con un altrettanto lungo e dettagliato articolo, arriva la risposta di Gruber. Il blogger americano non ci sta, e si rifiuta categoricamente di parlare di “errore strategico”. Apple ha una capacità di innovazione talmente alta che aspettare l’arrivo di standard ufficiali significherebbe dover tirare il freno a mano ai propri ingegneri.

Per Gruber la ricerca non può fermarsi: se Apple non avesse intrapreso un lavoro autonomo e completamente indipendente dalla comunità informatica, oggi non avremmo potuto avere un prodotto così valido e performante come lo è l’iBook 2 ed inoltre Apple non dovrebbe avere alcun interesse nel rilasciare un prodotto che sia compatibile per altri dispositivi, l’iBook è e sarà strettamente legato ai dispositivi di casa Apple, ovvero il meglio che il mercato offre in questo momento.

Sinceramente, sebbene io sia un Apple Fan, sono a favore della visione proposta da Galzman: nonostante Apple abbia una capacità di innovazione incredibile, dovrebbe cercare, su alcune cose, di mantenere una certa compatibilità con l’esterno, dimostrando sul campo che il loro prodotto (in questo caso l’iBooks Author) è migliore degli altri e quindi convincere i clienti a passare ai loro sistemi senza doverli “minacciare” di escluderli dalle proprie piattaforme.

La posizione di leader incontrastato che possiede Apple dovrebbe essere usata per osare dove altri concorrenti, se fallissero, rischierebbero di morire, e non per soggiogare tutto ciò che non si conformizza al proprio ecosistema. Voi cosa ne pensate?

Come detto gli articoli originali sono molto più strutturati e complessi, e se siete interessati all’argomento vi esorto a leggerli integralmente.

Link | Articolo di Glazman

Link | Articolo di Gruber

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